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Cimo Piemonte: "Priorità assoluta effettuare il tampone a tutto il personale sanitario"

Il sindacato dei medici sottolinea l'urgenza di fornire il personale sanitario di tutti i necessari strumenti di protezione


Non chiamateci eroi, stiamo solo facendo il nostro mestiere, con la passione, la dedizione e il coraggio che da sempre, non solo in epoca Coronavirus, contraddistingue la nostra professione”. Sebastiano Cavalli, Segretario di Cimo Piemonte, il sindacato dei medici, nel sottolineare il valore umano oltre che professionale che contraddistingue il personale sanitario, lancia un messaggio di preoccupazione rivolto alle istituzioni piemontesi.

È fondamentale non perdere altro tempo, serve agire in fretta facendo i tamponi a tutti i medici e gli infermieri. Come sindacato abbiamo anche suggerito un criterio di fattibilità, basato sul principio concentrico, ovvero iniziando dal personale più esposto, questo per continuare a mantenere alta la soglia di tutela, garantendo al tempo stesso l’assistenza per tutti”.

La situazione a oggi continua ad essere grave, il personale sanitario, soprattutto coloro che lavorano a stretto contatto con persone infette, in particolare nelle terapie intensive, deve poter operare in condizioni di massima sicurezza. È necessario che i Direttori Generali delle strutture sanitarie si attivino con urgenza per reperire nuovi dispositivi certificati ad altissima protezione, quelli che tecnicamente vengono definiti FFP2 e FFP3, oltre a camici impermeabili, guanti, calzari e tutto ciò che serve per una tutela controllata di medici e infermieri.  Guardando al medio e lungo periodo il sindacato dei medici piemontesi pone l’attenzione anche sul tema legato al personale medico oggi disponibile: serve ragionare per ampliare le borse di specializzazione oggi inferiori rispetto ai fabbisogni reali.  “Quello che sta accadendo – ha dichiarato Sebastiano Cavalli di Cimo Piemonte – in queste settimane in Italia e nella nostra regione, è una situazione emergenziale che sta mettendo a dura prova tutto il personale sanitario, colpito a sua volta da un contagio senza precedenti. In condizioni normali, quindi prima dell’esplosione del Coronavirus, strutture e operatori erano già al 90% della propria potenzialità, basti pensare che in tutta Italia i posti disponibili in terapia intensiva sono solo circa 5 mila, e in Piemonte appena 280. Oggi, nell’emergenza, per continuare a garantire al meglio il servizio sanitario, servono molti più dispositivi certificati ad altissima protezione, fruibili da parte di tutto il personale e disponibili per tutti i turni ed è importantissimo che le istituzioni locali prevedano al più presto il tampone verso tutti i medici, compresi quelli di base e gli operatori sanitari". "La pandemia ha indubbiamente stressato oltremodo lo status quo, per questo diventa centrale ragionare su un’agenda di politica sanitaria che comprenda anche forti investimenti su telemedicina e tecnologie basate su intelligenza artificiale, sia a livello nazionale sia regionale”.

Fonte TorinOggi


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